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L’insonnia fatale è un problema ancora poco noto ma che merita tutta l’attenzione possibile. Scopriamo di cosa si tratta e come si riconosce.
Quando si parla di insonnia fatale, ci si riferisce ad un problema ben diverso dalla normale insonnia che tutti prima o poi sperimentano. Si tratta infatti di una malattia rara che causa un deterioramento della funzione mentale e che porta lentamente o rapidamente alla morte.
Questa malattia si presenta in due forme diverse che sono quella familiare e quella sporadica. Ecco, tutto quel che c’è da sapere a riguardo.
Insonnia fatale familiare e sporadica: cosa c’è da sapere
La prima cosa da fare quando si parla di insonnia fatale è quella di imparare a distinguere le due forme che la caratterizzano. Questa malattia può essere infatti familiare o sporadica.
L’insonnia fatale familiare ereditaria ed è solitamente causata dalla mutazione del gene di una proteina.
L’insonnia fatale sporadica, invece, non ha alcuna ereditarietà ma può manifestarsi all’improvviso in modo spontaneo.
Entrambe le forme di questa malattia colpiscono il talamo che è la zona del cervello che controlla il sonno. Questo viene reso quasi impossibile portando appunto ad un’insonnia cronica.
Quali sono i sintomi dell’insonnia fatale
Ora che abbiamo visto quali sono le due forme dell’insonnia fatale è importante imparare a riconoscerne i sintomi. La prima cosa da sapere a riguardo è che questa malattia tende a presentarsi in una fascia di età che va da poco prima dei trent’anni a dopo i settanta. Il tutto con una media che si aggira intorno ai quaranta anni.
La forma familiare è quella che tende a presentarsi prima e risulta più grave. Quella sporadica, invece, compare un po’ dopo la media e ha un’aspettativa di vita superiore.
In ogni caso, questa malattia porta alla morte in un periodo di tempo che va dai pochi mesi ai sei anni circa.
Andando ai sintomi, questi sono ovviamente legati in modo principale all’insonnia e, quindi, all’incapacità di dormire. Un problema che può presentarsi in modi diversi. I primi sintomi possono essere infatti lievi e portare a qualche difficoltà nel prendere sonno e nel mantenerlo. In alcuni casi possono verificarsi contrazioni o rigidità muscolari che rendono il sonno difficile.
Una volta instaurata la malattia, chi ne soffre, va progressivamente incontro al deterioramento della funzione mentale. Ciò si traduce in perdita della coordinazione (atassia), nell’alterazione della pressione arteriosa e nell‘eccessiva sudorazione.
Per riconoscere la malattia occorrono quindi prima di tutto una valutazione del medico in base ai sintomi riportati. Detto ciò, se si sospetta l’insonnia fatale familiare ci sono dei test genetici che possono confermarla. Per quella sporadica, invece, viene solitamente eseguita la polisonnografia e tomografia ad emissione di positroni. Al momento non esiste ancora alcun trattamento in grado di bloccare o curare la malattia.
Ovviamente, ci sono sempre sotto studio diverse terapie che possono aiutare il soggetto che ne soffre a dormire. E sebbene al momento queste risultino solo temporanee non è da escludere che con il tempo si possa arrivare a qualcosa.
In ogni caso, questo tipo di insonnia è davvero molto rara e, come già detto, non va affatto confusa con la normale insonnia che, ovviamente, non porta alla morte e che può essere risolta con l’aiuto di rimedi naturali o in casi più importanti con un’adeguata terapia medica che può essere farmacologica, psicoterapeutica o un mix di entrambe le cose.
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